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29 Maggio 2018 Il team di ProntoPannolino Interviste

Come gestire la gelosia di un bimbo quando arriva un fratellino o una sorellina? L’intervista alla psicologa Debora Comi

Quando una coppia di genitori che già ha uno o più figli decide di avere un altro bambino spesso si preoccupa della reazione che il fratello – o i fratelli – più grandi potrebbero avere (in questo articolo parleremo sempre di “fratelli” o “bambini” al maschile per una semplice questione di comodità, ma ovviamente ci riferiamo a bambini e bambine, senza distinzione di sesso): sappiamo che – quando arriva un fratellino – la gelosia è una reazione fisiologica e può manifestarsi in diversi modi, arrivando in alcuni casi a compromettere la serenità di tutta la famiglia.

Per trattare un argomento così importante abbiamo deciso di fare una breve intervista a Debora Comi, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella sfera della genitorialità; le abbiamo sottoposto le domande che più di frequente le mamme e i papà si pongono quando aspettano un altro figlio.

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Ecco tutto quello che c’è da sapere per prepararsi ad accogliere e gestire eventuali gelosie di nostro figlio quando arriva un altro bambino in famiglia!

1. Ciao Debora, puoi presentarti per i nostri lettori?

Ciao a tutti! Mi chiamo Debora Comi e sono Psicologa e Psicoterapeuta socio-costruzionista (approccio terapeutico secondo il quale non esista un’unica realtà poiché il nostro sguardo sul mondo è determinato dalle “lenti” che decidiamo di indossare in un particolare momento o situazione); da anni mi occupo dell’ambito materno infantile, seguo le donne e le coppie dalla gravidanza al post-partum accompagnandole in questo lungo e talvolta faticoso viaggio del “diventare genitori”.

In passato ho lavorato in consultorio e in diverse comunità mamma-bambino; da due anni e mezzo lavoro in ambito clinico e collaboro con l’Associazione Centro il Melograno di Vimercate (MB) come responsabile dell’area nascita dove propongo corsi di vario tipo: dalla prevenzione della depressione post-partum, al “cerchio delle mamme” con incontri a tema sul rientro al lavoro, la gestione della gelosia tra fratelli o la nanna.

Conduco anche uno sportello di ascolto psicologico (“SOS mamma”) volto ad accogliere le paure, le insicurezze e le ansie delle madri e dei genitori.

2. C’è una fascia d’età in cui i bambini più facilmente manifestano gelosia nei confronti del fratellino appena nato?

La gelosia tende a manifestarsi più di frequente nei bambini da 0 a 3 anni; dai 4 anni circa sono già più “grandini” (ma pur sempre piccoli) e, in linea generale, reagiscono meglio all’arrivo di un fratellino in famiglia.

Questa non è una regola fissa: talvolta capita che un bambino di 2 anni non manifesti nessuna gelosia e che, invece, un bambino di 5 faccia molta fatica ad adattarsi al nuovo assetto familiare.

Alcuni bambini, poi, possono manifestare la gelosia già entro il primo anno di vita del fratellino, in altri può insorgere quando il fratellino diventa più grande ed inizia ad interagire maggiormente: è molto soggettivo.

Penso che, indipendentemente dal momento, prima o poi la gelosia debba essere manifestata (in una delle sue tante forme) perché spesso i bimbi che non esternano si tengono dentro emozioni molto intense che poi somatizzano fino a farli stare molto male.

Ritengo che la gelosia non sia una tappa negativa ma un’opportunità di crescita: dalla gelosia i bambini, se aiutati a manifestarla e gestirla, potranno uscire più sicuri di sé.

3. E’ gelosia nei confronti del fratellino o nei confronti dei genitori?

Si tratta di gelosia nei confronti dei genitori: la gelosia non è altro che una manifestazione della paura e dell’insicurezza del bambino dovuta al timore che i genitori non gli vogliano più bene come prima.

“Se la mamma e il papà mi vogliono così tanto bene perché mai dovrebbero volere un altro bambino?” questa è la domanda più comune che i piccoli si pongono; il bambino ha bisogno di crearsi uno spazio fisico ed emotivo per accogliere il nuovo arrivato e per riuscirci ci vuole tempo.

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C’è una grande differenza tra il fratellino ideale sognato durante la gravidanza della mamma e il bambino reale che è nato: in questo momento il bebè è quello che “gli ruba” la mamma e il papà.

Il bambino perde così qualcosa che aveva prima (l’unicità e l’esclusività) e vive a suo modo un vero e proprio lutto che deve imparare ad elaborare con l’aiuto dell’adulto.

4. Come si manifesta la gelosia?

Può manifestarsi in diversi modi: rabbia, ostilità, sfida nei confronti dei genitori, metterli continuamente alla prova, oppure attraverso una somatizzazione nel corpo (compaiono piccoli disturbi come mal di pancia, scarso appetito, disturbi del sonno) o ancora attraverso regressioni delle tappe evolutive precedentemente acquisite (ricominciare a farsi la pipì addosso, a volere il ciuccio, a mettersi il dito in bocca, ricominciare a parlare come un bambino piccolo).

Le regressioni sono un messaggio chiaro e diretto: “mamma e papà, io sono ancora piccolo!”.

5. Come preparare il bambino all’arrivo del fratellino durante i mesi della gravidanza?

I bambini capiscono subito che in famiglia sta succedendo qualcosa: vedono che la mamma è più stanca del solito e che non può più fare cose che prima faceva, quindi è bene non attendere a troppo a comunicare la notizia.

Teniamo però in considerazione che, durante i primi tre mesi di ogni gravidanza, c’è un maggior rischio di aborto spontaneo: sta ai genitori quindi decidere quindi se aspettare di aver passato le 12 settimane per dare al bimbo la buona notizia o se farlo prima.

Se il bimbo capisse da solo che c’è qualcosa di diverso (i piccoli sono molto più “acuti” di quanto immaginiamo) e – per questo – decidiamo di dirglielo subito, nello sfortunato caso in cui la gravidanza non dovesse essere portata a termine dobbiamo dirlo al bambino in una maniera adatta alla sua età e alle sue abilità di comprensione (lui sarà comunque in grado di percepire che la mamma è triste e che è successo un evento che ha influito negativamente su tutta la famiglia).

Una volta che il bambino ne è a conoscenza, è bene prepararlo adeguatamente, ad esempio coinvolgendolo attivamente nella preparazione del corredino o della cameretta, rispondendo ai dubbi e alle domande relative alla gravidanza e alla nascita, facendogli toccare il pancione quando il feto scalcia e spiegandogli cosa succederà e come saranno i primi mesi.

E’ bene non idealizzare l’arrivo del fratellino (per esempio facendoglielo immaginare come un compagno di giochi), in quanto sappiamo bene che appena nati i bambini non parlano, non sorridono e ancora meno sanno giocare con i fratellini e ciò potrebbe rivelarsi molto deludente.

Ci deve essere una descrizione reale di quanto accadrà e, per facilitare la preparazione, si possono riprendere fotografie del primogenito quando era piccolo e guardarle insieme, oppure si possono leggere libri semplici sulla nascita di fratellini e sorelline.

E’ importante spiegare al bambino cosa succederà quando la mamma dovrà andare in ospedale, che il papà o i nonni si occuperanno di lui temporaneamente e che la mamma tornerà a casa dopo qualche giorno.

Portarlo a vedere l’ospedale da fuori può essere molto utile, in quanto il bambino riesce ad avere un’idea più realistica di dove sarà la sua mamma: spiegare al bambino che potrà andare a trovare i genitori lo aiuterà molto.

6. Cambia la situazione se il fratello ha a sua volta fratelli più grandi?

Di solito quando si è già in due ed è in arrivo il terzo fratellino, è il figlio di mezzo che ne risente di più perché, ovviamente, è la sua prima esperienza di questo tipo. Il fratello più grande l’ha già vissuta ed è in qualche modo più preparato, sa già cosa lo aspetta. Il secondogenito invece dovrà comprendere che non sarà più “il più piccolo”.

7. E’ inevitabile che l’arrivo di un neonato porti i genitori a dovergli prestare più attenzione; come fare per far sentire “incluso” il fratello più grande?

E’ importante rispettare i tempi del bambino: è possibile coinvolgerlo nella cura del fratellino solo però se pronto e interessato a farlo, e se non è già impegnato a occuparsi di altro, altrimenti meglio aspettare.

E’ possibile intrattenere il fratellino mentre la mamma allatta perché non si annoi, non si senta escluso e non “combini pasticci”, per esempio trasformando il momento della poppata in un appuntamento a tre: mentre il piccolino mangia possiamo leggere al primogenito dei libri, delle fiabe, cantare una canzone, guardare insieme un cartone animato.

Sarà un modo per tenere il bambino “più grande” vicino a noi e rassicurarlo; altrimenti prima di sederci ad allattare il neonato, assicuriamoci che il fratellino sia impegnato in qualche attività (e, se non lo fosse, aiutiamolo a trovare qualcosa da fare) e teniamo vicino a noi qualcosa da bere e da mangiare nel caso ne avesse bisogno: aspettare che la mamma si sia seduta, per poi dire di avere fame o sete, è uno dei comportamenti tipici di cui il bambino si serve per attirare l’attenzione.

Rinforzarlo positivamente può essere un modo per ri-conquistare la sua fiducia, (ad esempio dicendogli – riferendosi al bebè – “tu riesci sempre a farlo ridere!”).

Non è sempre facile mettere in pratica questi consigli mentre si sta allattando, soprattutto se si allatta al seno: in questo caso non ci sono orari e il piccolo può rimanere attaccato anche molto tempo (addormentandosi subito dopo la poppata).

Questi consigli vanno quindi osservati adattandoli a ogni situazione: è inutile cercare di seguire alla lettera dei suggerimenti se siamo in difficoltà nel metterli in pratica (per mille ragioni) e rischiano quindi diventare una fonte di stress per la mamme è, di riflesso, anche per i bimbi.

8. Cosa fare se un bambino diventa aggressivo nei confronti del fratellino?

Innanzitutto bisogna fargli capire che non deve fare male al bambino piccolo riportandolo su di sé e sulla promozione dell’empatia con frasi del tipo “tu saresti contento se qualcuno ti desse un calcio o ti spingesse via?”

In secondo luogo si può creare nella sua cameretta “l’angolo della rabbia”, in cui il bambino può liberamente esternare la propria rabbia, sfogandosi con un cuscino per esempio.

9. Come gestire le varie manifestazioni di gelosia?

Spesso si reagisce sgridando e rispondendo con la stessa simmetria che mette in atto il bambino (urlando, mettendo in punizione etc.): per quanto sia difficile e faticoso, è opportuno mantenere la calma; l’adulto deve verbalizzare le emozioni che il bambino sta provando e fare da specchio (“lo so che sei arrabbiato o triste” oppure “è molto faticoso non avere più la mamma tutta per te come prima” e via dicendo).

10. Qual è uno sbaglio tipico che le mamme e i papà fanno in buona fede cercando di evitare la gelosia del fratello maggiore?

Uno degli sbagli tipici è pensare che il primogenito dopo l’arrivo del bebè sia il fratello “grande”: il primo figlio rimane comunque piccolo (si parla spesso di bambini di 2-3-4-5 anni) e ha bisogno ancora delle stesse attenzioni, delle coccole e delle cure che aveva prima.

11. Quali sono i comportamenti dei genitori che si rivelano controproducenti e vanno assolutamente evitati?

E’ fondamentale non chiedere al bambino di non piangere o di non arrabbiarsi: il pianto e la rabbia servono da sfogo.

Non dobbiamo sgridare il bambino se si fa la pipì addosso o se regredisce in alcuni atteggiamenti: teniamo presente che è solo una fase e prima o poi passerà.

12. Che ruolo hanno nella gestione della gelosia gli altri membri della famiglia che si prendono cura del fratello più grande (nonni, zii, etc.)?

Parenti ed amici hanno un ruolo significativo: possono aiutare il primogenito a sentirsi ancora importante con delle piccole accortezze; salutare prima lui quando arrivano, portargli un regalo, fargli vivere dei momenti speciali.

In questa fase dove è normale che i genitori, e in particolare la mamma, siano più stanchi e affaticati la presenza e l’aiuto di risorse esterne è sempre preziosa, soprattutto nella gestione delle faccende domestiche quotidiane e dei due bambini.

13. Cosa cambia se nascono due (o più!) gemelli invece di un solo fratellino?

La gelosia potrebbe essere ancora più profonda, perché il bambino si troverebbe a dover condividere la mamma e il papà non con uno ma con ben altri due bambini!

14. C’è qualcosa di importante che non ti abbiamo chiesto che vorresti menzionare?

Per molti bimbi la nascita del fratellino coincide con la prima separazione dalla mamma: è quindi importante aiutarli ad affrontare questo momento, per esempio lasciando loro un oggetto che “sa di mamma”, che ha il suo odore (un fazzoletto, una maglietta), o qualcosa che il bambino possa tenere con sé e che simboleggi fisicamente il legame con la mamma che non è presente.

Oppure la mamma può preparare un barattolo con dentro tanti bigliettini ripiegati con frasi come “ti voglio bene”, “ti mando un bacio”, (o con lo stampo della sua bocca) da lasciare ai nonni o a chi si occuperà di lui per farla sentire vicina.

Grazie mille Debora per averci dedicato il tuo tempo!

Grazie a voi!

La dottoressa Comi durante l’intervista ha parlato della possibilità di preparare il piccolo all’arrivo del fratellino utilizzando dei libri illustrati.

Sul mercato ce ne sono davvero tantissimi, adatti anche ai bimbi più piccoli; ecco alcuni esempi!

Ringraziamo nuovamente la dottoressa Comi per questa intervista che speriamo possa aiutare tanti genitori per prepararsi al meglio a gestire le eventuali gelosie del loro primogenito: chi fosse interessato, può visitare il sito internet personale della dottoressa e quello dell’Associazione il Melograno della quale è collaboratrice.

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