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25 Ottobre 2017 Il team di ProntoPannolino Consigli, Dalla redazione, Primi mesi

Neonati, i supplementi del primo anno: a chi e quando dare la vitamina D e la vitamina K?

Quando viene al mondo un bimbo usciamo dall’ospedale con tutta una serie di consigli ed indicazioni che ci vengono forniti dal personale medico; tra questi c’è la somministrazione quotidiana al bimbo di un supplemento di vitamina D e K per un certo numero di mesi.

Ma perché i neonati devono assumere queste vitamine? Per capire il motivo, vediamo insieme l’importante funzione della vitamina D e della vitamina K per il corretto funzionamento del nostro organismo.

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Cominciamo con la vitamina D: a cosa serve?

Questa vitamina svolge un ruolo fondamentale nel corretto sviluppo osseo poiché aiuta a fissare il calcio nelle ossa stesse. E’ grazie a lei, infatti, che il nostro organismo produce calcitriolo, la cui funzione è quella di favorire l’assorbimento del calcio e del fosfato e di inibire il rilascio di calcitonina (ormone che abbassa la concentrazione di calcio nel sangue).

Come si assume la vitamina D in natura?

Il nostro organismo produce vitamina D principalmente attraverso l’esposizione della pella ai raggi del sole e alla luce solare; tuttavia, è possibile anche consumare alimenti che la contengono come l’olio di fegato di merluzzo, il salmone, l’aringa, il fegato, il burro, alcuni formaggi e le uova.

Perché i neonati devono assumere la vitamina D?

Come abbiamo già detto l’esposizione al sole stimola l’organismo a produrre questa vitamina; tuttavia, può capitare che il tempo che i piccoli passano all’aria aperta sia scarso o comunque non abbastanza da garantire una produzione adeguata di vitamina D (soprattutto se nascono nella stagione invernale).

Infatti per stimolare in maniera adeguata la produzione di vitamina D bisogna esporre al sole un’area estesa di pelle (non solo le manine e la faccia) e il momento in cui è possibile fare in modo che la pelle dei piccoli sia più esposta alla luce del sole è l’estate.

La stagione calda è anche il momento in cui è più facile scottarsi, ed è quindi necessario applicare la crema solare che, se da una parte previene le scottature, dall’altra blocca i raggi UVB che stimolano la produzione della vitamina; per questo, con i neonati, è importante integrarla anche nei mesi estivi.

Proprio per evitare un’eventuale carenza, ai piccoli viene di norma prescritto un trattamento di vitamina D (di solito per gocce somministrate a cadenza giornaliera) durante i primi mesi di vita, il periodo in cui si gettano le basi fondamentali per uno sviluppo osseo corretto, con ripercussioni anche in età adulta.

Di solito la vitamina D viene somministrata per un anno ma, talvolta, il suo uso può anche essere prolungato.

Tutti i neonati devono assumere la vitamina D?

Sì, di norma è una profilassi che viene raccomandata a tutti i bimbi appena nati dal personale medico al momento della dimissione dall’ospedale.

Quali sono le conseguenze di una carenza di vitamina D?

Se il nostro organismo non è in grado di far fronte al fabbisogno di vitamina D si possono verificare delle patologie a carico delle ossa.

Nei bambini la più comune è il rachitismo, soprattutto nei primi mesi di vita: causa problemi alla struttura ossea e, più in generale, una cattiva salute generale del piccolo.

Gli adulti con carenza di vitamina D, invece, possono soffrire di osteomalacia (fragilità ossea) e osteoporosi (perdita di massa ossea).

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Cosa succede se il bambino assume troppa vitamina D?

Prima di tutto è necessario mettere in chiaro che, se si seguono le indicazioni del pediatra, è molto difficile che il bambino arrivi ad assumere una quantità eccessiva di vitamina D.

In ogni caso l’intossicazione da vitamina D (che avviene quando vengono assunti supplementi o integratori in maniera eccessiva) può provocare l’ipervitaminosi D.

I sintomi principali sono debolezza, nausea, vomito ma – a lungo andare – è una condizione che può danneggiare anche le ossa, i reni e i tessuti molli.

Proprio per questo motivo, di solito, i pediatri consigliano che – se un giorno siamo in dubbio sull’aver dato o meno le gocce di vitamina D al nostro bimbo – è meglio per quel giorno non somministrargliele affatto e ricordarci il giorno successivo (è meglio prenderne di meno che di più).

La vitamina K

C’è un’altra vitamina che viene data ai neonati non appena vengono al mondo: la vitamina K. Si tratta di un’altra alleata fondamentale per la salute delle ossa ma anche per la corretta coagulazione del sangue.

Perché la vitamina K viene data ai neonati?

I piccolini al momento della nascita presentano una carenza di questa vitamina, per diversi motivi: da una parte la quantità che passa attraverso la placenta è molto bassa e – dall’altra – la sintesi della vitamina K inizia in corrispondenza con la comparsa della flora batterica ma, alla nascita, l’intestino dei neonati è completamente sterile e quindi non in grado di sintetizzare questa vitamina.

Tuttavia la vitamina K è importantissima alla nascita poiché la sua carenza può causare una grave emorragia (spesso mortale) conosciuta come “emorragia da deficit di vitamina K”.

Come dare la vitamina K ai neonati?

Dipende. In alcuni ospedali viene praticata un’iniezione di vitamina K al momento della nascita e, in questo caso, non è necessario fare nient’altro.

Altre volte non viene praticata alcuna iniezione ed è quindi necessario somministrare al piccolo un supplemento vitaminico sotto forma di gocce (quotidianamente o una volta alla settimana, a seconda del farmaco) normalmente per i primi tre mesi di vita.

Tutti i neonati devono assumere il supplemento di vitamina K?

No, solo quelli allattati al seno. I bambini alimentati con il latte artificiale non ne hanno bisogno poiché il latte in formula è già arricchito con questa vitamina.

Cosa succede se il bambino assume troppa vitamina K?

Come per la vitamina D, un consumo eccessivo di supplementi di vitamina K non dovrebbe verificarsi se si seguono le indicazioni del pediatra.

L’eccesso di vitamina K, o naftochinone, nei neonati ha sintomi simili a quelli dell’itterizia (cute gialla, emorragie).

Le mamme che allattano al seno devono prendere supplementi di vitamina D e K?

Questa è una domanda per la quale non esiste una risposta assoluta.

Se la mamma che allatta è in salute, ha un’alimentazione equilibrata e buone abitudini (stare all’aria aperta, fare passeggiate, etc.) non dovrebbe essere necessario assumere alcun supplemento.

Normalmente, dopo il parto, alla mamma viene effettuato un esame del sangue che aiuta il ginecologo e il medico di base a capire il suo stato di salute.

In base a quello il personale medico deciderà se è opportuno che la madre assuma o meno supplementi di vitamine (che normalmente contengono tutte le vitamine, non solo la D e la K).

Bisogna comunque ricordare che l’intossicazione da vitamina D o K può manifestarsi anche negli adulti se ne vengono assunte quantità eccessive; quindi è sconsigliato assumere supplementi se non dietro prescrizione medica.

In conclusione

Le modalità di somministrazione dei supplementi di vitamina D e K possono cambiare a seconda del personale medico che ci segue: alcuni pediatri raccomandano di continuare durante un periodo di tempo più lungo – o più corto – rispetto ad altri, basando la decisione sulla salute del bambino e sulle sue abitudini.

E’ comunque necessario sapere il perché è importante (talvolta fondamentale) ricorrere all’utilizzo di queste due vitamine subito dopo la nascita; poi, sta a ogni famiglia discutere con il proprio pediatra la durata e la modalità di somministrazione di questi farmaci.

E’ inoltre importante sapere che, talvolta, in ospedale vengono consigliati integratori di vitamina D o K di particolari marchi; tuttavia, farmaci generici equivalenti si possono acquistare con ricetta medica (pagando quindi molto meno); anche in questo caso, è comunque necessario consultare il pediatra.

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